domenica 21 giugno 2009

Fourth Drop- Part 2:.






New York. Quartier generale del clan Aken.

L’oscurità era in movimento.
Fremeva senza prendere forma realmente, rombando minacciosa mentre si guardava intorno, cercando un punto di riferimento. Separato dagli altri, non poteva affidarsi né sulla precisione di Chandresh né sulla vista acuta e infallibile di Midnight...
Unicamente sul suo istinto. E il nemico non attendeva che una sua distrazione per colpirlo, per ridurlo a un corpo inerte senza vita, senza volontà.
Qualcosa si mosse nelle tenebre.
Con un ruggito, Rafaèl si voltò di scatto e afferrò il suo avversario per le braccia, proiettandolo sul materasso e intrappolandolo con il proprio peso. Non si sarebbe lasciato certo fregare, lui. Nessuno poteva permettersi di attaccarlo nel sonno e farla franca e…
- Rafaèl. Dacci un taglio.
…e Chizuru gli stava indirizzando quella sua occhiata esasperata da “ho a che fare con un bambino troppo cresciuto.” Che accidenti ci faceva Chizuru nel bel mezzo di una battaglia? Quell’incosciente si era messa a fare l’infermierina di nuovo?!
- Vattene, Chizu!- bofonchiò. Merda. Il nemico era proprio sotto di lui, e si agitava per liberarsi. Gli strinse i polsi, puntellandoglieli ai lati del capo. Sarebbe bastato poco, ancora poco…un morso alla gola e festa finita. E un bel vaffanculo a quello stronzo che lo aveva svegliato.
- Vorrei, ma non posso.
Rafaèl batté le palpebre, perplesso, prima che l’irritazione consueta tornasse a stuzzicarlo: - Maledizione, ma perché tiri su rogne proprio adesso?- ringhiò, infastidito. Aveva di meglio da fare che stare dietro a una ragazzina testarda.
Il nemico lo guardò con fare annoiato e liberò senza troppe difficoltà una mano dalla sua presa,ma invece di strozzarlo come lui si aspettava gli appoggiò il palmo contro la fronte e con un gesto rapido gli tirò una pacca in mezzo agli occhi. Che strano. Aveva gli occhi di Chizu, i suoi stessi capelli e le stesse fattezze.
-Ahia! Brutto…
- Rafa. E’ solo un sogno. Svegliati.
Solo un sogno…

Breeeep. Breeeeeep.

Rafaèl Vesper Lùz sospirò di frustrazione e ficcò il braccio sotto al cuscino; le sue dita si chiusero automaticamente attorno al calcio della Magnum, liberando l’arma dalla sicura. Con un gesto indolente, il vampiro tolse dal nido caldo delle coperte la pistola, mirando ad occhi socchiusi. L’obbiettivo era a un paio di metri da lui. Per un cecchino come lui, impossibile mancarlo.

Breeeep. Breeeeeep.

Bang.

La radiosveglia sfrigolò e tremò sul suo sostegno con un gemito degno di un soldato morente e piombò sul pavimento senza ulteriori suoni. Il foro della pallottola fumava leggermente. Tondo e perfetto come stampato.
Attraverso, Rafa riusciva a distinguere gli ingranaggi e i meccanismi che regolavano l’apparecchio, nonostante la sua stanza fosse ammantata della soffice oscurità del riposo. Fino all’ultimo dettaglio metallico, come se ce l’avesse a un palmo dal naso.

Con un secondo sospiro si rivoltò a pancia sopra, lasciando che il lenzuolo gli scivolasse quasi impalpabile sul ventre liscio. Qualcuno lo aveva coperto dopo che si era addormentato. Era abituato a dormire senza coperte praticamente per tutto l’anno, a causa della sua temperatura anomala puntata costantemente a qualcosa come 47 ° . La stoffa appiccicata sui suoi muscoli gli dava una sensazione di fastidio assurdo.

L’aria era pesante e calda. Odorava di polvere e chip in corto circuito,di soda,e del sangue che gli era rimasto sulla pelle nonostante la doccia della sera prima. Da fuori penetrava il profumo di pancakes rimasti dal giorno prima e l’odore di fumo della sigaretta di Midnight.
E anche se non aveva nessuna voglia di provarci,Rafa sapeva benissimo che se avesse teso l’orecchio non avrebbe avuto problemi a sentire la voce dell’annunciatrice TV che dava il telegiornale e che piaceva tanto a Noine.

- Mierda. – sussurrò a fior di labbra. Il sentore tiepido di novocaina gli contrasse i lineamenti in una smorfia sarcastica. Riusciva a percepire ancora il sapore dell’anestetico con cui Chizu gli aveva tamponato la bocca, spaccata dall’uppercut di un vampiro in cerca di rogne la sera prima.
Rafaèl rimise la sicura alla Magnum e la infilò al suo posto sotto il cuscino, come d’abitudine, sfiorando il calcio della pistola prima di abbandonarla di malavoglia.
Poco ma sicuro, Lita se ne sarebbe venuta fuori per l’ennesima volta con la tiritera con cui lo bersagliava da quando aveva preso la piega di nascondere almeno un’arma nel proprio letto.
“Un giorno o l’altro ti farai saltare la testa da solo.”
Rafa sorrise lievemente:- Non oggi,sorellina.- commentò tra sé, spingendo pigramente le gambe fuori dai bordi del materasso.
Meglio alzarsi, prima di appiccare fuoco al letto. Era già successo un paio di volte, quando era rimasto troppo a lungo a crogiolarsi nella branda, e anche se non si era fatto assolutamente nulla non era un’esperienza che teneva a ripetere.
Le molle cigolarono così forte che sembrò si fosse mosso un intero esercito. Rafaèl si rizzò in piedi, stirando i muscoli intorpiditi dal sonno, e vibrò un calcio alla sbarra di ferro che sosteneva la rete del letto, piegandola parzialmente:- Prima o poi ti dovrai pure scassare del tutto.- bofonchiò tra i denti.

Lo sguardo gli cadde automaticamente alla finestra: la penombra della stanza era sufficiente perché il vetro gli rimandasse l’immagine appena accennata della sua figura. Stringendo gli occhi a fessura, il vampiro ne seguì i contorni.

Niente di nuovo. Si era addormentato di nuovo senza sciogliere l’elastico, e i capelli ramati che gli incorniciavano il viso avevano preso la piega della piccola fascia di stoffa, penzolante da una ciocca in cui era rimasta impigliata. Gli occhi normalmente castano cioccolato, intenso e vibrante, baluginavano di bragia. I postumi della caccia. I pantaloni da tuta che usava come sostituto del pigiama gli cadevano bassi sulle anche, ma tanto non era un problema: in un clan formato quasi da soli maschi nessuno si sarebbe scandalizzato se anche i vestiti gli erano larghi abbastanza perchè gli ballassero addosso. Piuttosto, Noine gli avrebbe ricordato di tirarsele su, neanche fosse un pupetto di due anni.

E infine, le cicatrici.

Rafaèl alzò un braccio in un gesto meccanico e sfiorò la più vicina: una lunga stria argentea che gli segnava il fianco, scivolando sinuosa da dietro la sua schiena sul davanti e disegnava piccole spire robuste sulla sua anca. Al buio ognuna sembrava rilucente di luce propria…fuori, alla luce del sole, nessuno le avrebbe notate sulla sua pelle. Che non aveva alcuna intenzione di mostrare, comunque:sotto l’istinto predatore da vampiro, permaneva ancora la natura da Whisperer assopita in lui, e gli diceva chiaramente che il filo di luce che filtrava da uno spiraglio delle persiane era qualcosa da cui doveva tenersi alla larga.

Il resto non era granché. Occhiaie sotto gli occhi, la strana prominenza aliena delle ossa sottopelle - nonostante non mancasse certo di muscoli- le vene pulsanti e visibilmente gonfie e i tendini tesi.
I segni purtroppo davano conferma ai suoi sospetti.

Un vampiro beve in media dai sette agli otto litri di sangue in una settimana. Di più, se è stato creato da poco. Se non si nutre abbastanza, sintomi come l’ipersensibilità e l’aspetto da redivivo erano più che normali.
Per Rafa, volevano semplicemente dire che la caccia della nottata era stata un clamoroso spreco di forze, e che Noine avrebbe fatto meglio a non fargli la predica se non voleva ritrovarsi la testa girata al contrario, dato che era colpa solo sua se non era sazio.

L’assassino scosse il capo, ricacciando indietro i capelli che gli piovvero sul viso con una manata impaziente, bofonchiò un’imprecazione e attraversò a larghe falcate il disordine che imperversava cronico nella sua stanza scavalcando pile di libri e dvd, mappe, gli anfibi che portava normalmente e un paio di giocattoli che Radu gli aveva gentilmente lasciato sul pavimento prima di scapparsene via.
Lasciò i vestiti sulla sedia dove li aveva lanciati la sera prima, uscendo dalla stanza così com’era. I pantaloni della felpa che usava come pigiama tenevano maledettamente il caldo, accentuando la fonte di calore che sgorgava spontanea dall'interno del suo corpo, lì dove ardeva il fuoco. Ma Noine aveva la brutta abitudine di approfittare dei sottoposti già lavati e vestiti per spedirli a fare commissioni, e al momento l'ultima cosa che Rafaèl voleva era farsi dieci isolati di corsa - sui tetti, come sempre.
La luce che attraversava i vetri delle finestre aperte disegnava ghirigori sul pavimento di legno di rovere, illuminando qui e la graffi e tasselli strisciati. Lunis aveva rinunciato a spendere fior di quattrini per riparare ciò che gli stessi guerrieri del clan d'Aken, sia adulti che in tirocinio, avrebbero fatto fuori di nuovo nel giro di un giorno solo.
Rafaèl lanciò un’occhiata alla parete e tirò avanti noncurante, come se la crepa – una delle tante, ma all’occhio vigile del padrone di casa non sfuggiva nulla- che aveva increspato il muro appena fuori dalla sua camera non esistesse minimamente, e si infilò in cucina.

- Hai sparato di nuovo alla sveglia.- lo accolse Midnight, senza alzare gli occhi grigi dal Times, in tono rassegnato.
- Lei rompe le palle a me, io rompo gli ingranaggi a lei. Mi pare equo.- Rafa aggirò il compagno, scompigliando i capelli di un assonnatissimo Radu che rimestava i suoi cereali con gli occhioni fissi nella scodella, con tutta l’aria di essere a un passo dall’addormentarsi con la faccia nel latte.
Midnight non si arrese:- A quanti buchi siamo?- incalzò, sbirciandolo. Le sopracciglia folte davano alla sua espressione già di per sé decisamente scazzata ancora più esasperazione.
- Vediamo…tre? O forse quattro?- Rafaèl si sedette di fianco a Lita, una volta tanto presente, e le rubò il toast di sotto al naso, addentandolo con foga.- Ho perso il conto.
Lita gli tirò uno schiaffo sulla nuca:- Molla, bastardo.- ringhiò, minacciosa, mostrandogli i canini che avevano già cominciato ad allungarsi. – è roba mia.
Rafaèl le sorrise angelico e le soffiò un bacio:- Buongiorno anche a te, dolcezza. Oggi sei più bella del solito.- rispose, facendo sparire in due morsi quello che restava del furto e leccandosi le labbra per raccogliere le briciole. La marmellata era assurdamente dolce già di per sé, attraverso le papille rese ipersensibili dalla sete era una specie di esplosione all’albicocca.

Lita sorrise sarcastica:- Al contrario di qualche ebete che sembra appena uscito dalla tomba.
Il vampiro aggrottò le sopracciglia:- Sul serio?- chiese.- Non mi pare che Midnight stia così male…- il giornale volò a mezz’aria ridotto ad una palla informe.
Rafa lo schivò, sogghignando. I canini troppo lunghi gli ferirono il labbro inferiore, spandendo nella sua bocca il sentore acre del sangue. Fece una smorfia: insoddisfacente. Quello umano era molto più buono. Anche quello Whisperer. Prese dal piatto in centro alla tavola un pancake che trasbordava di sciroppo d'acero e se lo ficcò in bocca quasi intero,per spazzare via il sapore dell'emoglobina prima che potesse stimolarlo a cercare qualche fonte più saporita.

Qualcosa troppo caldo gli schizzò il torace e parte dei pantaloni. Rafaèl si tirò lievemente indietro, per nulla infastidito dal calore.
Radu aveva ceduto al sonno e ronfava beatamente sul tavolo davanti alla scodella rovesciata, un pollice cacciato in bocca e i capelli fulvi bagnati di latte; quando il fratello maggiore lo prese in braccio per pulirgli il visetto ovale da quel che restava dei cereali emise un piagnucolio indistinto, accoccolandosi istintivamente contro il petto del vampiro.
Rafa lo lasciò fare, paziente:- Che c’è, niño? Dormito poco?- domandò dolcemente, scostandogli con cautela la frangetta arruffata e umida dalla fronte. Alzandosi lanciò un’occhiata seria a Midnight :- Nio ha sognato di nuovo?

L’interpellato accartocciò quello che restava del giornale e lo buttò in un angolo:- Più forte dell’ultima volta. Ha svegliato Chanda, Noine e Lunis…che era tre piani più in su. Radu dormiva nella stessa stanza… è stato una specie di bombardamento, per lui.
-Perché Chandresh non mi ha buttato giù dal letto? Potevo aiutare.
- Ieri sera eri troppo stanco per sostenere uno sforzo del genere; quella maledetta visione è stata pesante addirittura per Lunis, che è abituato a questo genere di cose.
- E allora? Non sono così debole.
- No, ma la sete ti debilita. Più di noi, per colpa del tuo Dono.

Rafaèl ringhiò piano; odiava sentirsi rinfacciare i lati negativi del suo potere. Si concentrò perché il calore irradiato dalla sua irritazione non passasse alla sua pelle e scottasse Radu:- Non sono ancora così debole.- ripetè, testardo.- Da come la metti sembra che tu stia parlando con un ricoverato.
Lita sbuffò, finendo di asciugare il tavolo:- Siamo sicuri? -chiese sarcastica, incrociando le braccia al petto. - Ultimamente perdi colpi.
Rafa ringhiò anche a lei, i canini che si allungavano pericolosamente:- Fino a prova contraria sono ancora io quello che apre la strada, prima che tu arrivi con quella specie di stuzzicadenti – gettò un’occhiata allo stiletto che pendeva dalla cintura di jeans della ragazza - a finire di giocare con quello che resta.
-Non è che mi tocca chiamare la neuro per verificare se hanno uno piromane demente in meno, vero?
Rafaèl la guardò storto, il poco di pazienza che aveva quasi del tutto evaporato:- Inculati.- sbottò, cupo.

Lita sogghignò, si chinò su di lui e prese tra indice e pollice il cavallo dei suo pantaloni, tendendo la stoffa. Sfoderò il suo miglior sorriso da troietta:- Vuoi provarci tu, marmocchio?- chiese,con un sorrisetto di scherno, indicando le macchie biancastre di latte rimaste sul blu scuro del tessuto.
Rafa si alzò in piedi. Dal suo 1,80 di statura le occhiate dall’alto in basso gli riuscivano benissimo: - Nah, “decrepita”,“manesca” e “psicopatica” non rientrano nei miei standard di donna con cui andrei a letto volentieri.- la rimbeccò, mostrandole le zanne. Le schiaffò via la mano con un brontolio sordo.- ora, se vuoi scusarmi, ho di meglio da fare.

Radu lasciò ciondolare la testolina sulla spalla scura del fratello maggiore mentre il Whisperer aggirava la pozzanghera di latte colata sul pavimento e marciava verso il corridoio; Rafaèl lo sentì sbadigliare sonoramente e nascondergli il visetto contro l’incavo del collo, e gli accarezzò i capelli per riflesso, come se il gesto lo potesse aiutare a calmarsi un po’.

“Tanto è colpa sua.”
Il vampiro sporse le zanne in un brontolio sordo. Ovvio che è colpa sua- commentò tra sé, aprendo con un calcio la porta della sua stanza. Guardando la serie di buchi sul muro e di bruciature di sigaretta sulla moquette fu quasi soddisfatto di aver rovinato entrambi.
Perfetto. Prima la sete- anche quella, fatalità, colpa di Noine che non gli aveva lasciato più di due ore per nutrirsi- e adesso quella bella novità. Quello stronzo stava rischiando seriamente il collo.
Posò Radu sul letto. Il bambino mormorò qualcosa e cercò di rannicchiarsi a pallina per mettersi più comodo, ma Rafaèl lo sostenne con fermezza, tirando il cuscino contro la testiera del letto perché il fratellino potesse appoggiarvisi contro con la schiena:- Non crollarmi, niño…- bofonchiò.- prima ti cambio, poi te ne puoi andare a nanna.
“ E poi posso andare a dirne quattro al caro paparino.” Aggiunse, in silenzio.

Fino a prova contraria Nio era suo fratello. E checché Noine ne pensasse, era suo dovere occuparsi di lui.
Specialmente adesso.
Rafaèl sbuffò, guardandosi intorno. Aveva bisogno delle sue Seven Stars, possibilmente subito, per scacciare il misto di nervoso e angoscia che gli stringeva lo stomaco.

Se Nio sognava significava una sola cosa.

Guai.

***

Il vampiro era accosciato morbidamente su un fianco, acciambellato sotto al lenzuolo candido come un gatto. I capelli neri dipingevano tocchi d’inchiostro sulla stoffa cerulea del guanciale, scompigliati dal sonno.

Lunis appoggiò la nuca contro lo scanso del muro. Era seduto dalla parte opposta della stanza, sull’ampio davanzale della finestra chiusa, ma la collera di Rafaèl lo raggiungeva come fosse stato lì, di fianco a lui:- Tuo “figlio” è incazzato come una biscia.- avvertì, tranquillo.
Noine esibì un sorrisetto:- Lo so…riesco a sentirlo perfettamente da qui. Una sfilza di invettive.- rise tra sé, prima di abbassare gli occhi sul piccolo dalle fattezze umane che stava raggomitolato a pallina contro il suo petto. – Non che mi aspettassi diversamente, da lui.

La pelle di Nio era tanto scura da fare un contrasto spaccato con la cute bianca del capoclan, come una macchia di cioccolato fondente sulla panna. Indossava un pigiama a maniche corte azzurrino e respirava piano, il petto che si alzava e si abbassava con movimenti quasi impercettibili.
I suoi occhi erano ancora sfumati di argento, al centro, lì dov’era passato il sogno.

Noine lasciò che il sogghigno divertito lasciasse posto a un dolce sorriso e gli fece correre le dita lungo il fianco scosso da deboli brividi. Quando il bambino gli appoggiò una manina contro il torace, all’altezza del suo cuore, gli accarezzò una guancia:- Sto bene, piccolo mio.- affermò, in risposta a una domanda muta.- Non temere.

Nio sembrò rassicurato dalle parole dell’adulto. O forse era troppo stanco per essere preoccupato per lui. Premette la fronte sullo sterno di Noine, le ciglia biancastre abbassate sugli occhi.
- Non è una reazione un po’ esagerata?- chiese Lunis, lanciando un’occhiata al suo interlocutore. Niente più che un’abitudine, dato che era cieco. La sua mano si alzò per un attimo a spazzare via una ciocca di capelli dalla sua spalla-Prendersela in quel modo e inveire contro Lita mi sembra un comportamento un po’ immaturo.
Noine scosse piano il capo:- Lita non ha ancora perso il vizio di punzecchiare chi sente come un proprio pari. Si è cercata una risposta adeguata. E poi ormai dovresti averlo imparato, considerato che sei parte del clan d’Aken da 700 anni: Rafaèl è tanto facile alla collera quando il fuoco che domina.
- Ma quella che sta provando mi sembra fuori misura.

Nio si stirò piano e si mise a succhiarsi il pollice , per poi soffocare un gemito. Noine gli tolse il dito di bocca gentilmente e ripulì con un polpastrello le due goccioline di sangue che si stavano formando lì dove il piccolo si era accidentalmente ferito con i canini già aguzzi:- L’influenza di Aniol è ancora viva; è possibile che sia quella ad influenzarlo. Si calmerà. – scrutò la finestra. Il cielo, terso dopo l’acquazzone di qualche ora prima, stava cominciando a offuscarsi sotto la cappa di vibrante calore estivo. – È fatto così, Lunis. Ha reagito male perché sa cosa gli dice l’istinto, ed è preoccupato.

L’umano annuì. Sapeva benissimo cosa intendeva.
L’istinto parlava per tutto il clan.
-E comunque non ti preoccupare. Sbollirà presto. Lo lascerò andare a caccia, appena avrà finito con Radu.
- Non mandi nessuno con lui? Potrebbe essere rischioso spedirlo per le strade da solo in pieno giorno, nella sua condizione.
- C’è Chanda ancora in giro, non preoccuparti. Gli chiederò di dare una controllata a suo fratello.
Lunis tirò le ginocchia contro il petto, sistemandosi meglio nel suo angolino:- Ricognizione?- domandò.

Noine annuì meccanicamente. Abitudine,anche se sapeva che Lunis non poteva vederlo:- Ha chiamato Cal, stamattina presto. Dice che ha notato qualcosa. – lanciò un’occhiata assente fuori dalla finestra.- E ora lo sento anch’io.
- Qualcosa di grosso abbastanza perché tu lo percepisca, e allo stesso tempo così piccolo da sfuggire a me. - rimarcò l’uomo,grattandosi distrattamente la rada barba che gli copriva il mento.
Il vampiro increspò le labbra, lo sguardo ceruleo ancora fisso all’esterno:- Non ho la più pallida idea di che cosa possa essere.- ammise.- è da quattro mesi circa che avverto questa sensazione, e adesso è salita di livello. È come esplosa.- Fece una pausa, sfiorando i soffici capelli di Nio ( ormai abbandonato a un sonno leggero e senza sogni).
Tacque, lasciando in sospeso il suo ultimo pensiero.

Un risveglio.


Author's note: Fuori il primo capitolo in due pezzi...è da due mesi che ci lavoro e finalmente è andata =.=. un'opinione? Che. Parto. X__X sono MORTA.

morta ma contenta. Finalmente è andata...ora posso dedicarmi tranquillamente a Silvery Butterfly ( la fic di cui ho fatto pubblicità occulta qui su Drops of Ink XD) e Advent Children, su cui sto lavorando per un fandom di un forum. E senza sentirmi in colpa perchè ho trascurato questa storia! Weeeh!

Spero che il capitolo risulti abbastanza decente. Ho avuto difficoltà a buttarlo giù, forse perchè sto ancora prendendo confidenza con i personaggi...qui finalmente incontriamo Shade di cui si è parlato nel prologo e il mio disastrato clan di vampiri. Tra un po' vedremo anche altra gente entrare in scena ;) Don't worry.

Per ora, me se ne torna a scartabellare un po' di cosette.

Be Blessed

Hannah


















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